Il Modello Privacy by Design nello Sviluppo Software

Nell’era del digitale e dell’IoT, la privacy costituisce un valore fondamentale, oggetto di continui dibattiti. L’evoluzione digitale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha fatto emergere nuove sfide nella gestione e protezione delle informazioni personali. A tal fine nasce il modello Privacy by Design, un approccio olistico alla privacy che rende la protezione dei dati dei clienti una forza guida nell’esperienza dell’utente, con importanza pari a quella della funzionalità.

In questo articolo, vediamo come viene applicato il concetto di Privacy by Design allo sviluppo di software.

Cos’è la Privacy by Design

Privacy by Design consiste nell’incorporare i principi della privacy nella progettazione e nello sviluppo di software, sistemi e processi. Dunque, la protezione dati è perfettamente integrata direttamente nei prodotti e nei servizi, per impostazione predefinita.

Il concetto, coniato da Ann Cavoukian, Privacy Commissioner dell’Ontario (Canada), include sette principi:

  1. Prevenire e non riparare, ossia essere proattivo non reattivo.
  2. Privacy come impostazione predefinita.
  3. Privacy incorporata nel design.
  4. Funzionalità completa: somma positiva, non somma zero.
  5. Sicurezza end-to-end: protezione del ciclo di vita.
  6. Visibilità e trasparenza: tienilo aperto.
  7. Rispetto della privacy degli utenti: mantienilo incentrato sull’utente.

A riprendere questo modello (insieme a quello di Privacy by Default) è stato il Regolamento europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). In particolare, l’articolo 25 impone alle aziende titolari del trattamento l’adozione di adottare delle misure tecniche ed organizzative adeguate a tutela dei dati personali.

Privacy by Design: garantire la protezione dati nell’Industria 4.0

Nell’Industria 4.0, le organizzazioni devono impegnarsi a:

  • Ridurre al minimo la raccolta e la conservazione dei dati personali, ossia solo quelli necessari a scopi aziendali in modo da diminuire i rischi per la privacy.
  • Condurre valutazioni d’impatto sulla privacy (PIA) di nuove tecnologie e processi per identificare e affrontare potenziali criticità e rischi per la privacy.
  • Integrare controlli e funzionalità di privacy nella progettazione e nello sviluppo di sistemi sin dall’inizio.

Dunque, secondo i principi fondamentali della PbD, già nelle fasi iniziali dello sviluppo software i team di sviluppo devono definire i requisiti per i dati personali. Ad esempio, minimizzandone il volume e la raccolta necessari, o integrando sempre una chiara notifica sull’attività e le finalità di raccolta. Inoltre, è importante che gli sviluppatori e gli architetti progettino l’interfaccia utente e altri elementi del software attorno alla nozione che gli utenti hanno in qualsiasi momento il diritto di richiedere la cancellazione o l’aggiornamento dei propri dati.

Infine, è fondamentale pensare a lungo termine e all’intero ciclo di vita dei dati raccolti, che può essere molto esteso. Pertanto, le best practice della Privacy by Design dovrebbero applicarsi in ogni fase della generazione, trasformazione e utilizzo dei dati.